Alleanza scellerata contro le esercitazioni NATO
Il 13 giugno il Consiglio nazionale ha adottato con una maggioranza sorprendentemente chiara una mozione dei due consiglieri nazionali Jean-Luc Addor (UDC) e Fabian Molina (PS) che vuole limitare fortemente le possibilità di cooperazione con la NATO e proibire per legge all’Esercito di partecipare ad addestramenti con la NATO in scenari di difesa collettiva ex art. 5 del Trattato Nord Atlantico. Dalla formulazione non è chiaro quale tipo di esercitazioni NATO la mozione intenda vietare.
Al di là delle esercitazioni NATO, la Svizzera partecipa da anni a esercitazioni bilaterali o multinazionali all’estero con le sue Forze aeree, altre parti dell’Esercito e nel settore cibernetico. La formulazione della mozione può essere letta nel senso che queste non sono previste. Anche l’iniziativa popolare “Salvaguardia della neutralità svizzera (Iniziativa sulla neutralità)” afferma: La Svizzera non aderisce ad alleanze militari o difensive. È fatta salva una collaborazione con tali alleanze in caso di aggressione militare diretta contro la Svizzera o in caso di atti preparatori in vista di una simile aggressione (art. 54a cpv. 2). Ciò non sarebbe più possibile se la mozione venisse approvata. Di seguito alcune distinzioni sull’argomento.
Esercitazioni ex art. 5 e altre esercitazioni di difesa della NATO
- La NATO distingue tra esercitazioni di difesa collettiva (“Collective Defence”), esercitazioni di controinsurrezione (“Counter Insurgency”) e di antiterrorismo (“Counter Terrorism”). Di interesse per la Svizzera sono le esercitazioni per la difesa collettiva dell'alleanza (di seguito: esercitazioni di difesa).
- La maggior parte delle esercitazioni di difesa sono le cosiddette esercitazioni ex articolo 5. In una situazione di escalation, queste includono la decisione politica del Consiglio del Nord Atlantico (NAC) se dar seguito al dovere di assistenza su richiesta di un alleato; oppure possono iniziare in uno scenario in cui un intervento dell’Alleanza è già stato invocato.
- La partecipazione a tali esercitazioni è riservata ai membri della NATO, ma il NAC può autorizzare la partecipazione di Paesi partner a singole esercitazioni o a parti di esse.
Gli interessi della Svizzera in materia di politica di sicurezza
- Finora la Svizzera ha partecipato a esercitazioni di difesa della NATO a titolo occasionale in qualità di osservatore. In qualità di partecipante potrebbe contribuire a dare forma alle esercitazioni ed esprimere proprie desiderata.
- Come partecipante la Svizzera svolgerebbe in ogni caso un ruolo definito dalla sua neutralità. Non sarebbe quindi membro NATO, né parteciperebbe alla difesa dell’Alleanza, ad esempio al confine esterno della NATO. La partecipazione a un’esercitazione non comporterebbe obblighi di assistenza per la Svizzera.
- In caso di attacco diretto alla Svizzera gli obblighi di neutralità decadrebbero e la Svizzera potrebbe difendersi insieme ai partner. La Svizzera determinerebbe la natura di questa cooperazione.
- È nell'interesse della Svizzera che la NATO riconosca il ruolo reale della Svizzera in un conflitto, conosca i suoi limiti di cooperazione e tenga conto dei caveat (riserve).
Come partecipante a tali esercitazioni, l’Esercito potrebbe perseguire diversi interessi:
- Integrare il ruolo tradizionale della Svizzera come Stato neutrale nell’esercitazione, con l’opportunità di poter applicare le clausole di neutralità.
- Comprendere meglio i meccanismi decisionali della NATO.
- Praticare accordi in caso di conflitto, ad esempio per evitare incidenti nello spazio aereo.
- Imparare dalle esperienze, dai processi e dalle capacità di altre Forze armate a beneficio delle proprie capacità di difesa.
- Esercitarsi sul ruolo della Svizzera nel caso in cui lo scenario preveda un attacco alla Svizzera e i suoi obblighi di neutralità decadessero. Tuttavia, sarà la Svizzera a stabilire se tale scenario vada esercitato.
Ulteriori considerazioni e condizioni quadro
- Una restrizione legale alla partecipazione alle esercitazioni internazionali ridurrebbe notevolmente le opportunità per la Svizzera di aumentare le proprie capacità di difesa.
- Sarebbe un segnale di allontanamento dall’intenzione del Consiglio federale di rafforzare la cooperazione in materia di politica di sicurezza e danneggerebbe la credibilità della Svizzera.
- In una situazione di sicurezza tesa e incerta in Europa, un tale segnale sarebbe preoccupante, soprattutto perché la Svizzera, in caso di emergenza, dipenderebbe dalla solidarietà dei suoi partner.
- Partecipando alle esercitazioni ex art. 5 non si assumono obblighi o vincoli incompatibili con gli obblighi di un paese neutrale.
- I sostenitori della mozione temono che la partecipazione a tali esercitazioni possa essere interpretata come una “dichiarazione di sostegno”. Tuttavia, sia i componenti della NATO sia i non componenti della NATO sono pienamente consapevoli del fatto che la Svizzera non è un membro della NATO e quindi non è sottoposto all’obbligo di fornire assistenza, né può rivendicarla in caso di attacco. L’articolo 5 si applica solo agli “alleati”.
- La decisione finale sulla partecipazione dell’Esercito alle esercitazioni internazionali spetta al Consiglio federale. In ogni caso, vengono prese in considerazione considerazioni di politica estera e di sicurezza, comprese quelle di neutralità.
Il punto di vista della SSU
La Società svizzera degli ufficiali chiede che la prontezza di difesa dell’Esercito non sia limitata da manovre a sfondo politico. La strategia di difesa si basa in modo realistico su minacce provenienti da grandi distanze, anche fuori dai confini svizzeri. La cooperazione e le esercitazioni con i partner sono quindi essenziali. La SSU si aspetta che la politica di neutralità e la capacità di difesa non vengano messe in contrapposizione e auspica che il Consiglio degli Stati e il Parlamento non sostengano la mozione. La SSU è contraria all’adesione alla NATO.
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